OGGI PARLIAMO DI

contraccezione, gravidanza, menopausa

Gravidanza, consigli per gambe e piedi gonfi

20 luglio 2017

La gravidanza molto spesso è accompagnata da disturbi quali gonfiore a gambe e piedi.
Essi possono presentarsi durante tutto il corso della gestazione, ma sono più frequenti nell'ultimo trimestre.
Alla base di tali condizioni vi sono: sbalzi ormonali, fattori meccanici e vascolari.
Il tutto risulta poi aggravato dal caldo, tipico della stagione estiva, che determina la vasodilatazione.

1. QUALI SONO LE CAUSE CHE CONCORRONO ALLA FORMAZIONE DEGLI EDEMI

Il sangue, nel corso della gravidanza, cambia composizione.
La parte liquida (plasma), responsabile del fenomeno della ritenzione idrica, aumenta rispetto alla parte corpuscolata che è formata da: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.
L'origine del disturbo è in parte anche ormonale: nel primo trimestre, infatti, vi è un aumento dei livelli di estrogeni e progesterone. Ciò contribuisce alla dilatazione dei vasi sanguigni che, perdendo elasticità, rallentano la risalita del sangue dagli arti inferiori verso il cuore. Da questo scaturisce la cosiddetta stasi sanguigna con conseguente ritenzione idrica.
Nel corso del secondo trimestre, i disturbi alle gambe si accentuano.
In questa fase della gestazione, infatti, la quantità di sangue in circolazione aumenta per sopperire alle esigenze nutritive del feto. Le vene, già sofferenti, sono ulteriormente stressate dal maggiore volume sanguigno: si dilatano ed ostacolano il ritorno venoso.
Nel terzo ed ultimo trimestre, l'utero ingrossato comprime le vene iliache del bacino complicando il trasporto del sangue dagli arti inferiori al cuore. Da ciò deriva il ristagno dei liquidi lungo le gambe.
Nei mesi estivi, infine, il caldo inasprisce la vasodilatazione rallentando in modo ulteriore la circolazione sanguigna.

2. PICCOLI ACCORGIMENTI PER COMBATTERE IL GONFIORE AGLI ARTI INFERIORI

La prima cosa da fare è muoversi e non stare troppo a lungo ferme.
Via libera perciò alle passeggiate indossando scarpe comode. Sarà sufficiente una camminata quotidiana di circa trenta minuti, a passo non troppo veloce, per stimolare la pompa plantare migliorando così la risalita del sangue dagli arti inferiori verso il cuore.
Salvo controindicazioni da parte del proprio ginecologo, un'ottima alternativa sono: il nuoto, l'acquagym e la cyclette.
L'acqua esercita, infatti, sulle gambe una sorta di massaggio linfodrenante naturale.
La seconda cosa da fare è seguire una corretta alimentazione e bere almeno due litri di acqua al giorno.
Il corretto apporto di acqua favorisce, infatti, la diuresi ed evita il ristagno dei liquidi.
É molto importante evitare tutti quei cibi ricchi di sodio che aumentano la ritenzione idrica e, nello stesso tempo, consumare ogni giorno diverse porzioni di frutta e verdura.
Per proteggere le vene e migliorare la circolazione, si consiglia di fornire all'organismo la giusta dose di vitamina C. A tal fine, si possono usare integratori specifici, ma anche bere spremute di agrumi. In modo analogo, i frutti rossi aiutano a rinforzare le pareti delle vene.
É inoltre preferibile dormire con le gambe sollevate: sarà sufficiente posizionare un cuscino sotto i piedi o rialzare il fondo del letto di circa 15 cm. Questo consiglio deve essere seguito anche nel corso della giornata, quando si ha voglia di riposare un pochino. In questa posizione, la forza di gravità favorisce il ritorno del sangue al cuore.
Per un sollievo immediato, si possono usare prodotti sottoforma di gel o creme a base di rusco, ippocastano e vite rossa da applicare lungo la gamba, con un leggero massaggio, dal basso verso l'alto.
Un altro tipo di massaggio molto valido è quello linfodrenante, eseguito da personale esperto, per arginare i problemi legati all'accumulo di liquidi nei tessuti.
In caso di necessità è, inoltre, possibile indossare delle calze elastocompressive che incentivano la circolazione sanguigna.

3. QUANDO IL GONFIORE DIVENTA PERICOLOSO

In caso di gonfiore molto marcato alle gambe, al viso ed alle mani è necessario contattare immediatamente il proprio ginecologo.
La gestante può, infatti, presentare i primi segni di una gestosi o preeclampsia, patologia molto pericolosa del terzo trimestre di gestazione.
I sintomi più evidenti di tale condizione sono: ritenzione idrica, proteinuria, ipertensione, alterazione della vista, vomito e dolori all'addome.
Sarà perciò necessario procedere alla misurazione della pressione sanguigna e all'esame delle urine al fine di rilevare in esse un possibile aumento delle proteine.
Sebbene il gonfiore agli arti inferiori sia una condizione molto usuale nel corso della gravidanza, un edema improvviso e doloroso, circoscritto ad una sola gamba, deve essere seriamente valutato dallo specialista.
Potrebbe, infatti, essere il campanello di allarme di una trombosi venosa profonda.

Condividi l'articolo
Leggi anche di: prevenzione gravidanza

PER TE